La Storia

Il Poggiano fu una residenza signorile di caccia e di campagna sita in un'area ben distinta dalla vicina Poggio Berni. Fu un luogo strategico per le mire espansionistiche della signoria dei Malatesta di Rimini, che già all’inizio del Trecento aveva esteso ormai stabilmente il proprio potere su tutta l’area.

L'esistenza di un mulino sito a Pozano tuttavia è documentata già dalla metà del Duecento, ancor prima che l’insediamento divenisse parte integrante del feudo malatestiano.

Nei primi tre decenni del Quattrocento il palazzo fortificato di Poggiano e le terre annesse appartenevano ad Elisabetta Malatesti Polenta. Qui si concentravano molte risorse economiche per la comunità locale: l'intero complesso era infatti ambito dalle dinastie locali che nei secoli si sono succedute nella proprietà. Alla sua morte, avvenuta nel 1434, Elisabetta lasciò la proprietà in eredità a Sigismondo Pandolfo Malatesta.

Dopo i Malatesta si contano, fra gli altri, anche i Bentivoglio, i Montefeltro, i Nardini, i Della Rovere, i Doria, i Gonzaga, i Medici, sino ad arrivare ai secoli recenti con i Tosi (sec XIX), importante famiglia locale il cui nome ha, per un lungo periodo di tempo, identificato l’immobile
Alla Seconda Guerra Mondiale sono seguiti anni di degrado e di abbandono fino al recente restauro (2000 - 2008) voluto dagli attuali proprietari con il patrocinio della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici
Oggi, da casa di caccia e di vacanza malatestiana, il Palazzo ha recuperato le forme di antica residenza signorile, dotato di un grande parco e con le caratteristiche tipiche del "palatium" medievale.
Ancor oggi si può ammirare un frantoio adiacente alle antiche cucine restaurate del Palazzo, testimonianza di una tradizione olearia secolare
Importanti poi sono state le modifiche e gli ampliamenti che si sono sovrapposti nei secoli: interessante ad esempio la piccola chiesa affrescata che affianca il complesso (sec.XIX), o la suggestiva scalinata seicentesca che porta alla corte sulla quale si aprono gli ingressi al piano “nobile” del palazzo.
Gli arredi e i decori che caratterizzano quest’ultimo risalgono all’epoca del suo possesso da parte della famiglia Tosi (1834-1940).